La Scelta

"La Scelta", solo due parole...
E' difficile parlare della disabilità psichica, senza appartenere alla categoria degli " addetti ai lavori".
Si rischia di cadere nel patetico, oppure nel buonismo mieloso ed assolutamente ipocrita.
E parlarne tramite uno spettacolo teatrale è, credo, ancor più complicato.
Il teatro ha i suoi tempi, deve essere comprensibile a tutti, deve raccontare senza annoiare, deve comunque coinvolgere.
Parlare di qualcosa che non si conosce a fondo, e pretendere al tempo di stesso di coinvolgere il pubblico, credo sia un'impresa superiore alle mie forze.
Perché il mondo o i mondi dei diversamente abili, sono spesso assolutamente sconosciuti ai cosiddetti sani di mente.
Per scrivere questo testo, ho chiesto aiuto ad alcuni psichiatri e operatori del settore.
Ben presto però, ho capito che non potevo e non dovevo raccontare il mondo della disabilità.
L'unica cosa che potevo fare era tentare di raccontare il mondo dei " normali" (?) in relazione ai disabili.
Ne è venuto fuori un lavoro doloroso e brillante, malinconico e divertente, con risvolti reali e paradossali.
Al pubblico, come sempre, l'ultima parola.
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